Esempi di buste di formati diversi secondo le epoche

La comunicazione è fra i più antichi e più sentiti bisogni dell’uomo. Nel corso di tutta la storia egli ha sempre ricercato i mezzi per rendere possibile contatti tra i propri simili, creando differenti vie di comunicazione e tramandandoci preziose testimonianze di fatti, di pensieri e di sentimenti.
L’uso della carta prodotta con fibre vegetali e cenci segnò un lungo progredire che nel corso della storia e con l’evolversi della calligrafia e i mezzi di posta sempre più efficienti, fecero della missiva una preziosa fonte di notizie molto importanti per ogni dove.
Il foglio di carta ripiegata fu abituale nel Medioevo europeo, lo confermano numerose testimonianze. Bisogna però attendere i secoli successivi quando la società europea, già più evoluta, ritenne più pratico il vestire la missiva e porre su di un foglio supplementare il nome del destinatario. Quel foglio ripiegato e chiuso per formare una busta sulla quale apporre l’indirizzo, nominato involtorio poi sovracoperta, si rivelò pratico per contenere più fogli.

In tutto il secolo XIX sorsero in Europa e negli Stati Uniti ingegnose creazioni attuate con procedimenti meccanici. I passaggi dalla manualità divennero una manifattura delle buste, in francese enveloppe dall’inglese envelope).


Era il gennaio 1829.

Il conte Carlo Marsili, impedito per la neve a raggiungere la sua sposa e la sua famiglia a Bologna, riscrive e ripiega il foglio in una piccola bustina che spedisce da Borgo San Donino scrivendo che le precedenti lettere giacciono ancora in posta, dato che i postiglioni non possono partire per l’impraticabilità delle strade e teneramente si congeda così:

“Dal tuo fedele e amoroso sposo Carlo”.


Carta da lettere in doppio foglio di gusto francese secondo la moda, con singolare incisione multicolore recante il giorno della settimana Mercredì 16 ottobre 1844.
Ripiegata e spedita da Bagnacavallo in Romagna per Bologna: singolare è il contenuto confidenziale di un’amico che scrive:

”Carissima Mariquita, ancora pochi giorni poi a Bologna!… questo pensiero assai mi rallegra!… non voglio avere più pensieri tetri, non più mal’umore, mi occuperò soltanto del mio studio, ed il tempo che mi resta ai divertimenti, e all’allegrezza…voi ben vedete che in tal modo non sarò più riconoscibile e che cambiando totalmente il mio sistema di vita… Come vi trovate voi?… tante ne dico e voi che mi permettete di essere per sempre vostro aff.mo amico Michele Mingarelli.”

“ Dedico questa mia ricerca a chi ha la cura e la passione di riconoscere il senso estetico con l’intelligenza del cuore, a tutti coloro a cui brillano gli occhi nel percepire l’arte del bello, del raro mai disgiunto da bellissimi pensieri ”

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